Funny Life, Televisione

Eye in the Sky

♫…looking at youuuuu I can read your mind ♪. Magari Sky mi leggesse la mente! Sono ufficialmente arrabbiato. Sempre le stesse cose  a orari identici. Se hai un orario di lavoro regolare, puoi scordarti i 3/4 della programmazione di Sky, che si appiccica a quelle due volte al giorno, entrambe fuori dal tuo tempo. Io capisco che vogliano vendere MySky e spingerci a registrare, ma cribbio! Non è possibile che il meglio dei telefilm sia tutto in orari impossibili. Dirt, Cougar Town, Samantha Chi?, Ugly Betty, tutti out of time. E mi ritrovo sempre a con Una mamma per amica e cinquecento sit com poliziesche tutte uguali dove cambia soltanto la città di ambientazione. In questi mesi sono passato ai canali 400. Megastrutture l’ho esaurito:  nel senso che finito il ciclo di quei tre grattaceli, due ponti e una diga, ricominciano all’infinito…  Lo stesso dicasi per Come è Fatto, ormai so persino come si produce un reattore nucleare. Gli Ultimi Paradisi sono davvero pochi… pure quelli tutti già visti… Mi domando se valga la pena andare avanti. Tant’è che pure le reti classiche stanno prendendo esempio: o sono io che ho le allucinazioni oppure mi è parso di vedere Pino Insegno che contemporaneamente conduce Reazione a Catena su Rai1 e Mercante in Fiera su Italia1. Ehhh? Non penserete mica che mi riduca a riguardare Il ragazzo di 380 chili oppure Malattie imbarazzanti?

Funny Life

Un solo giorno di ferie.

Oggi ferie. Solo per oggi però. Mi sono organizzato in tempo ed ho deciso di “investire il mio tempo”.  Ho cominciato ieri sera, dopo cena, verniciando la mia camera da letto di nuovo. Era azzurra, un azzurro fastidioso. Ho fatto mezzanotte, soddisfatto, trasformandola in un verde mela molto gradevole. Tanto domani posso dormire, ho pensato. E invece alle otto il campanello suona: “Buongiorno, non ci conosciamo, sono Anna: non si è accorto del male del mondo? Chi pensa che la salverà?”. In silenzio ho riagganciato e sono tornato a letto, ma prima ancora che potessi decidere se dormire ancora un po’ o alzarmi, il campanello suona ancora. “Buongiorno, è la vendita dei sacchetti per rifiuti”. Scendo e chiedo “Vi manda il comune?”. “No, siamo una ditta di Firenze, passiamo ogni anno!”. Non appena declino l’offerta, il tipo se ne va dicendomi “Fai home ‘tu vvòi”. A quel punto non riesco a tacere e rispondo “Faccio sempre come voglio, tranquillo!”. Torno in casa e metto su il caffè. Nel giro di un’altra ora arrivano l’arrotino, il venditore di detersivi e il camioncino della frutta, tutti muniti di simpatico megafono. Invito i miei genitori a pranzo, ci mettiamo d’accordo per mezzogiorno e mezza. Alle undici e venti sono già qua. Mangiamo pasta, pesto e pomodoro, insalatona mista, frutta e gelato. Se ne vanno ed io mi metto a segare delle asticelle bianche di legno col 45°, costruisco una cornice e la installo attorno alla carta da parati che funge da testata del letto. Sono soddisfatto del mio lavoro. A seguire, barbiere, gommista per fare l’inversione, e dentista. Come giorno di ferie, non c’è male!

Varie

Equitalia – Cerit

2009: tassa sui rifiuti: trentasei euro. Pago immediatamente. Un mese dopo, nuovo bollettino a mio nome, recapitato stavolta a casa dei miei: trentasei euro. Pago di nuovo.  Ricevo un avviso di “pagamento eccessivo”,  mi reco allo sportello dove il credito, non rimborsabile, viene usato a copertura della rata successiva, mi stampano un foglio con scritto “saldo dovuto per il 2009: euro zero”. Un mese fa, arriva una raccomandata, a casa dei miei, la riceve mio padre. Mi si informa che se non corrispondo i trentasei euro dovuti (!) entro venti giorni, sarò passibile di pignoramento, sanzioni, interessi. Intanto i trentasei euro sono già diventati cinquantaquattro. Un giorno di telefonate. Equitalia conferma che sono in regola ma che non comunicano con Cerit, incaricata della riscossione, pertanto mi conviene pagare i cinquantaquattro euro e poi fare ricorso. Per fare ricorso, occorre un legale, la documentazione, un appuntamento in ufficio, l’autocertificazione dell’utenza e un sacco di altre assurdità tutte, secondo me, riassumibili in quel foglio in cui si dice che ho pagato due volte di seguito, tanto da essere a credito! Ebbene, niente da fare. Pago i cinquantaquattro euro. Ieri ricevo una nuova raccomandata, misteriosamente, ancora a casa dei miei. “Gentile Sig. masmassy, la informiamo che la scorsa raccomandata è stata ritiriata da un individuo qualificatosi come PADRE. Qualora non lo fosse, decliniamo ogni responsabilità”.  Ammutolisco.

Toscana, Trekking

Full immersion nella natura. Letterlamente.

Varie

Urge erede

Come Ricky Martin, anche Cristiano Ronaldo è ricorso all’utero in affitto per diventare papà. L’egoismo ne fa fare di stupidaggini eh? Ricky Martin, gay dichiarato, padre non lo sarebbe potuto diventare altrimenti e si è tolto questa soddisfazione a suo modo, ormai quasi quarantenne. Ronaldo invece? Ha solo venticinque anni, è attorniato da sventolone di ogni taglia e misura, che bisogno c’era di fare un gesto del genere? Perchè spendere oltre un milione e mezzo di euro per avere un figlio adesso, mentre è fidanzato con una ragazza bellissima, che tra l’altro non sapeva niente? Che sia gay anche Ronaldo? Che si sia trattato di un incidente di percorso mascherato da cosa voluta? Non lo sapremo mai. In ogni caso tutto questo è egoismo puro e semplice. Sia per Ricky che per Cristiano, anche considerando le loro origini, non era il caso di adottare uno o più bambini fra quelli già al mondo e bisognosi invece di programmare degli eredi su misura da far crescere a nonne e zie? La legge non lo consente dite? Aprite il portafogli e vi si aprirà un mondo. Penso darebbero un figlio anche a Solange se sganciasse un milione e seicentomilaeuro, coi tempi che corrono.

Varie

La morte del caffè

Il caffè sta morendo. E’ una lenta e inesorabile agonia diffusa in tutto lo Stivale, una condanna per l’amato espresso in nome dei capricci della moda e della mania di protagonismo. Un tempo gli italiani si vantavano del proprio caffè giudicando impossibile trovarne uno ben fatto all’estero, eppure quelle stesse persone sono entrate nella spirale della spesso ingiustificata e ridicola passione per la storpiatura. Fino agli anni novanta, caffè e cappuccino la facevano da padroni e chiunque richiedesse un ristretto o un corretto veniva guardato di traverso. Adesso invece, pur di farsi riconoscere, si fanno richieste di ogni tipo, talvolta ai limiti dell’intelligenza. Tazza grande o piccola, tiepido o caldo,  in vetro ma con manico… Un paio di queste  addirittura comiche: proprio stamattina ho assistito alla richiesta di un “Cappuccino senza schiuma”! Mappòrc… ma non è forse un Caffellatte quello? E che cos’è un “Macchiatone” se non un… Cappuccino? Un’altro molto buffo è il “Caffè al Ginseng”, praticamente inutile in quanto le proprietà del ginseng spariscono alle alte temperature e quel sovrapprezzo in nome della tendenza non ha alcun senso. Conosco un tizio che ogni volta che capta una parola nuova, mancando completamente di personalità, la memorizza (o forse la segna in agenda, non so) e la volta seguente lo senti sbraitare “Un Mokaccino con schiuma tiepida in tazza grande di vetro ma con manico in acciaio!”.  Facessi il barista mi rifiuterei di assecondare queste assurdità ed imporrei il mantenimento della tradizione. Altrimenti, c’è sempre Starbucks con i suoi brodi marroncini da mezzo litro che non pretendono di somigliare a niente di italiano.