Mio zio Bruno ha trascorso trent’anni da vedovo. Ottimo cuoco, pollice verde, entusiasmo e forma fisica. Cura della casa e della persona quasi maniacali, una vita serena fin oltre gli ottant’anni. Poi un giorno si è dimenticato il gas aperto e suo figlio, temendo che il padre stesse perdendo la memoria, lo ha portato a vivere con sé. Dopo due settimane, mio zio Bruno si è tolto la vita, impiccandosi, perché mai avrebbe voluto vivere come un peso sulle spalle altrui. Oggi ho visto l’ultima intervista a Mario Monicelli fatta da Vincenzo Mollica. Monicelli si auspicava una morte rapida, immediata, senza dover giacere in un letto in attesa di un brodino. E così è stato. La vita è una cosa meravigliosa, da vivere con il massimo entusiasmo. Decidere cosa farne è un diritto, il dolore appartiene a chi resta. La chiesa, ovviamente, non ha voluto officiare il funerale per mio zio. Auspico anche a me stesso una morte rapida, immediata e, possibilmente, inattesa, non programmata. Neppure da me stesso. Ma dovessi dipendere dalle apparecchiature tecnologiche, pretenderei di morire e pretenderei che chi per me si impegnasse in tal senso.
Giorno: 30 novembre 2010
Bike lifting
Il nome potrebbe suggerire un ritocco estetico all’amata due ruote, ma non è così. Mentre le maggiori città Europee promuovono l’utilizzo della bicicletta in città con l’installazione di numerosi parcheggi con bici-noleggio, in Scandinavia al solito sono un passo avanti. Anzi un piede avanti. A Trondheim, cittadina dei fiordi nella Norvegia centro meridionale, si sono inventati un sistema per affrontare le salite senza fatica. Al fine di cancellare il pretesto della fatica ed aumentare la preferenza per le due ruote, è stato installato un binario che, mediante un piccolo “pedale” in cui infilare uno dei due piedi, permette di lasciarsi trascinare in sella alla bici sulla vetta del quartiere. Geniale, no?