Nell’ultima settimana, il quotidiano La Repubblica ha aperto una casella postale, denominata “vista da fuori”, per consentire agli italiani residenti all’estero di commentare lo stato del nostro paese così come viene percepito, appunto, da fuori. Stamattina ho letto con attenzione tantissime delle mail pubblicate. Le sensazioni che ho provato sono state vergogna, imbarazzo, dispiacere. Ovunque i nostri connazionali vengono scherniti con frasi dispregiative sul nostro paese, con battute sarcastiche di ogni genere e barzellette nelle quali l’Italia viene fuori, come spiegato da Repubblica, come un pezzo di Nord Africa e non più una parte d’Europa. Disprezzo ed orrore per le immagini da Napoli e le sue montagne di rifiuti, per lo stato di molti monumenti, per gli scontri di piazza, i continui scioperi e soprattutto per il nostro Premier, ormai considerato dai più un dittatore. Le domande più diffuse sono “ma perché voi italiani non lo cacciate? Se veramente non vi piace com’è possibile che sia ancora al suo posto?”. E la risposta qual è? non lo so proprio. Sembra come se noi Italiani ci sentiamo fuori dalla politica, come se la vivessimo passivamente al pari di un qualunque gossip e non ci importasse in alcun modo attivarci per porre rimedio alla situazione attuale. Personalmente, sono stanco di telegiornali, monologhi sterili, talk show e incursioni telefoniche che ogni giorno intasano l’informazione. Ieri sera ho inorridito davanti ai titoli dei telegiornali che anteponevano il discorso del Vaticano sul popolo di Facebook ed il caso Ruby ad una notizia come quella della strage di Mosca. Ma dove vogliamo andare? Forse è il caso di consegnare il nostro Paese nelle mani di qualcuno che lo meriti davvero e smetterla di crogiolarci su meriti artistici, storici o culinari. La verità è che ciascuna delle cose per cui l’Italia è famosa nel mondo positivamente appartiene al passato, del nostro presente soltanto immondizia.
Mese: gennaio 2011
Missione cucciolo
A due anni e mezzo dalla morte di Penny, mia madre sembra pronta ad accogliere un nuovo cucciolo, si tratta solo di scegliere il cagnolino giusto nel posto giusto. Non vedo l’ora, i miei genitori senza un cane mi sembrano terribilmente soli. La scorsa settimana li ho portati al canile dove mio padre si è immediatamente innamorato di un batuffolino senza nome, ma non hanno voluto lasciarcelo adottare perché il terreno dei miei genitori non è recintato. Mi domando se certi canili si affezionano ai cagnolini al punto da ostacolarne l’adozione! Vorrà dire che prenderemo un cucciolo da un privato… speriamo presto!
Ai saldi dell’educazione
Epifania, primo giorno di saldi. Mai fatto prima, quest’anno approfitto e faccio la pecora, giusto per cercare un paio di calzini, di guanti e di pantaloni di felpa in centro a Firenze. La città al mattino è molto più apprezzabile di come sono abituato a vederla solitamente, l’aria è stranamente respirabile ed i negozi ancora semideserti. Ma c’è qualcosa che, ovunque vada, come una persecuzione, si ripresenta puntuale in ogni bar di cui ho memoria: il problema della tazzina di caffè. Credo che a questo punto esista proprio una scuola per cafoni, un master in mancanza di rispetto, una specializzazione in cafonerìa che contraddistingue gli addetti al caffè. Io mi domando: ma se la tazzina è stata dotata di un meraviglioso manico dal quale afferrarla, che ti impedisce di ustionarti le dita ed è anche molto pratico perchè dona un equilibrio maggiore nel tragitto dalla macchina del caffè al bancone, perchè cavolo di un cavolaccio lurido tutti i baristi afferrano la tazzina a cinque dita da sopra coi polpastrelli proprio dove io dovrei mettere la bocca? Le stesse mani con cui toccano la spugna del bancone un attimo prima, il cassetto coi fondi di caffè e soprattutto le banconote! Ieri poi, l’apice: una ragazzina avviluppata nelle sue firme con tanto di impeccabile trucco e parrucco, per molti sinonimo di elevazione sociale, è stata così professionale da pulirsi il naso prima di darmi il resto sfiorandomi poi teneramente col suo umido tocco moccicoso il palmo della mano. Come resistere alla tentazione di esclamare un candido vaffa?
Happy New Year!
Qualcuno in TV, l’altro giorno, ha detto che il vero “capodanno” è a Settembre, quando ricominciano le scuole, si rientra al lavoro, si fanno bilanci e si riprende la routine quotidiana. Riflettendoci, è vero! Eppure, appena Gennaio comincia, non si può non fare progetti, pensare al prossimo viaggio, cominciare a prepararsi fisicamente e mentalmente all’arrivo, anche se ancora lontano, delle belle giornate. Quest’anno, se tutto andrà per il verso giusto, finalmente andrò in Giappone, e da oggi comincerò a progettare, risparmiare e sognare. Buon anno a tutti !