Geniale: una serie ad episodi che va in onda soltanto sul web, con puntate settimanali da sei-otto minuti, giunta ormai alla terza serie. E’ quello che è venuto in mente a Don Roos e Lisa Kudrow, straordinaria attrice che il mondo ha imparato ad amare grazie al ruolo di Phoebe Buffay in Friends, dal 1993 al 2004. La storia è semplice: l’arrivista e presuntuosa dottoressa Fiona Wallace si professa in grado di psicoanalizzare i propri pazienti via web con sedute di soli tre soli minuti. Asserisce infatti che le sedute di durata superiore sono una perdita di tempo sia per il paziente che per il medico. Col suo inglese goffamente formale e le sue espressioni circostanziali, finisce spesso però nel venire a sua volta analizzata, raggirata e smentita. Infinito il numero delle guest star fra le quali spiccano Maryl Streep e Courteney Cox, già “amica” di Lisa nella fortunata serie e nella vita privata. La serie è gratuita, accessibile e incredibilmente divertente. L’umorismo utlizzato, raffinato, sintetico e diretto, non è però per tutti. Ecco il link dove guardare tutte e tre le stagioni finora prodotte, ovviamente in Inglese: www.lstudio.com/web-therapy
Mese: marzo 2011
Nessuno mi può giudicare
La qualità delle produzioni italiane sembra essere in continua crescita. Lo prova questa esilarante commedia pressochè perfetta che conferma, qualora fosse necessario, che non occorre un budget elevato o una promozione assillante per costruire un prodotto di successo. Paola Cortellesi, inutile dirlo, è senza dubbio una delle attrici più versatili e talentuose del panorama attuale, non riesco ad immaginare nessun’altra nel ruolo della escort Torbida Morena, costretta alla redditizia e immorale professione dai debiti ereditati dal marito. La trama ha del “già visto” e pur essendo molto prevedibile si articola su un numero così elevato e così ricco di battute divertenti che vorresti non finisse mai. Ci sono almeno quattro “stop alla risata”, momenti sapientemente collocati durante i quali si è costretti a stringere i denti e riflettere, avvertendo a pieno l’amarezza ed il cinismo di un tema quanto mai attuale. Raoul Bova riesce perfino a recitare, finalmente, e appare quasi naturale e disinvolto, facendo dimenticare il pietoso ruolo interpretato ne “La Finestra di Fronte”. A condire il tutto, un cast stellare di volti amati e apprezzati: Lucia Ocone, Rocco Papaleo, Caterina Guzzanti, Lillo, e un buffo Fausto Leali. Si condivide col pubblico un’ora e mezza di risate e si esce dalla sala soddisfatti ma al contempo carichi di spunti di riflessione. Fra le sorprese, un Massimiliano Bruno che esordisce al meglio alla regia e si regala un cameo ad inizio film.
Terza Guerra Mondiale.
Direttamente coinvolti, ad oggi, Usa, Gran Bretagna, Norvegia, Belgio, Francia, Italia, Qatar, Emirati Arabi. E siamo a quattro continenti. L’India e la Cina si esprimono in merito, il Venezuela già coinvolto per rapporti con Gheddafi. Non è forse questa, la terza guerra mondiale? Come la seconda inoltre, tutto originato dalle follie di un singolo individuo, il quale sarebbe stato libero di uccidere il proprio popolo a suo piacimento, non fosse stato per il petrolio. Perchè senza interesse economico si sa, gli Usa non si muovono. E quando si muovono gli Usa, il cagnolino Italia corre ansimando dietro al padrone.
L’Evoluzione di Calpurnia
Ho trascorso un intero anno senza leggere libri, in parte anche vergognandomene e temendo di aver definitivamente ceduto al monitor del laptop prima e dello smartphone poi. Invece, pur continuando a frequentare le librerie, ho preferito attendere che, come in passato ho sperimentato più volte, fosse il libro a chiamare me. Avete mai provato quell’attrattiva inspiegabile verso una copertina, un’immagine, un titolo? Anche a voi è capitato di venir rapiti da un autore o da un titolo e, leggendo l’incipit, provare l’irrefrenabile desiderio di comprare quel libro? Ecco che accade, finalmente, ancora. L’Evoluzione di Calpurnia promette di soddisfare tutto quanto mi aspetto da un libro: cultura, divertimento, immedesimazione. E’ il 1899 quando la quasi dodicenne Calpurnia Virginia Tate, quinta di otto fratelli, cede definitivamente all’amore per la scienza e trova in suo nonno Walter un alleato inaspettato ed affascinante. L’epoca maschilista, la mentalità di un piccolo paese del Texas e le imposizioni educative di una unica figlia femmina non impediscono alla protagonista di dedicare le giornate di quella estate alla scoperta del mondo che la circonda. Ogni capitolo comincia con una citazione dal capolavoro di Darwin, che Callie Vee, come la chiamano i fratelli, ha segretamente ottenuto dal Nonno e nel quale trova spiegazione a quanto la Chiesa Metodista e una madre piegata alle tradizioni le avevano fatto sembrare assurdo. Un libro che si legge d’un fiato. di Jacqueline Kelly, Salani Editore.
Terremoto in Giappone
Ecco tutte le scosse in Giappone. Una miriade di terremoti di magnitudo elevatissima ma che spariscono al confronto con gli 8.9 Richter della principale, un disastro. Tsunami, vortici in mare, navi capovolte, centrali in fiamme, la terra che si spacca e una diga che crolla aggiungendo inondazioni e morte. Cosa altro occorre per capire la supremazia assoluta della Natura? Quando ci rassegneremo al fatto che nulla possiamo contro questo pianeta che ci ospita e che potrebbe farci scomparire in un soffio? Se un simile terremoto si fosse verificato al centro del mediterraneo, mezza Europa sarebbe scomparsa. E invece, continuiamo a costruire male, a pensare all’oggi, a riempirci le tasche e la pancia senza coscienza. E, peggio, quando non accade da noi, dimentichiamo rapidamente per tornare ad occuparci dei ridicoli e surreali gossip di casa nostra. Purtroppo, stavolta ci saranno le radiazioni della centrale di Fukushima a ricordare per anni, forse decenni, questo disastro globale. Che la ragione sia con tutti noi.
Un delitto senza importanza: chi ha ucciso Oscar Wilde?
Domenica pomeriggio al Teatro di Rifredi, in cinque, per trascorrere un’oretta e mezza diversa dal solito, con quell’aura di mistero e curiosità di chi si reca ad un evento del quale non conosce assolutamente niente. Abbiamo comprato il biglietto a scatola chiusa, attratti dalla scia di simpatia che accompagna di solito il nome di Anna Meacci e dai siparietti di Alessandro Fullin a Zelig. La scenografia a sfondo nero si compone di tre sedie dalla spalliera altissima e due abat-jour. Oltre ai due attori sopra citati, un soprendente Filippo Pagotto che incanta con la sua mimica facciale a dir poco esilarante! I tre interpretano una dozzina di personaggi, quasi tutti femminili, che ruotano attorno all’omicidio di Oscar Wilde e indagano per risolvere il delitto in modo quantomeno ridicolo e singolare. Lo spettacolo, in un solo atto, dura poco più di un’ora che vola via veloce fra le risate.