Dialoghi di Casa Manilo

Silvia

(mentre leggi, ascolta “I’ll be around – Empire of the Sun”)

Agosto 2019, appartamento sotto

Siamo tutti in veranda mentre arriva Silvia, la nostra veterinaria. Entra con l’auto nel cancello e parcheggia davanti a noi. Trattengo Hela, la nostra pinscher, mentre il buon vecchio Birillo, con la flemma che lo contraddistingue, si avvia lentamente fuori casa e, scesi i due scalini con estrema cautela, procede verso Silvia, scodinzolando.

«No! Ma guardate com’è, ha una fibra questo cane… incredibile» dice Silvia, accarezzando Birillo sulla schiena. Sembra quasi avere un ripensamento, quindi le chiedo di illustrare a noi tutti il quadro della situazione da capo, in modo che possiamo ascoltarlo nuovamente e ritrovare la determinazione che, fino ad un attimo prima, pensavamo di avere.

«Quando il cane è arrivato da me, l’altro giorno, ho pensato ad un tumore, una metastasi, qualcosa del genere insomma» spiega «ma una volta apertagli la bocca, per capire l’origine del gonfiore spaventoso, ho capito che si trattava di un’infezione da piorrea in fase molto avanzata, che probabilmente gli è arrivata anche alla testa e che, quasi certamente, è responsabile dell’attacco epilettico avuto la settimana prima. Non fosse un cane di quasi vent’anni, una soluzione poteva essere l’asportazione di tutti i denti, la ricostruzione della gengiva e tanta, tanta pazienza e farmaci. Come vi ho già detto però, sottoporlo a tutto ciò per sperare in un prolungamento della vita di appena qualche mese, oltretutto con una mutilazione, non è consigliabile”.

Non ancora soddisfatto, spero che ripeta quanto mi ha già detto allo studio, due giorni prima, per assicurami di aver capito bene, e infatti… «Gli antibiotici che sta facendo sono fortissimi, è sgonfiato ed apparentemente a voi sembra stare bene, ma ha comunque dolore, un dolore che con ogni probabilità continuerà a crescere, potrebbe portare a nuovi attacchi epilettici, febbre, o addirittura alla frattura della mascella. Penso che abbiate preso la decisione giusta: regalargli un fine vita dignitoso qui, a casa sua, circondato dalla sua famiglia, ad un’età molto avanzata e raggiunta in piena forma, non è altro che un gesto d’amore»

[…]

Prima che Silvia se ne vada, le faccio fare un giro della casa, andiamo sopra e le mostro l’appartamento che affittiamo ai turisti. Si sofferma a guardare tutte le foto dei miei genitori appese, scelte appositamente fra le più buffe, e poi ci spostiamo in terrazza. «Sono venuta soprattutto per gratitudine verso la tua mamma, oggi, e se non sbaglio è anche l’anniversario della sua morte?”, ricorda Silvia correttamente. “Immagino come tu possa stare. La tua mamma mi ha sempre sostenuta, aiutata e consigliata, fu la mia prima cliente quando ho aperto lo studio, trent’anni fa ormai. Adesso che sono qui a casa sua, tua, ho la conferma di quello che ho sempre sostenuto. Pensala come vuoi, ma sono convinta che ci sia una particolare energia in questo posto. Un’energia che vi ha sempre mantenuti felici, che ha permesso alla tua mamma di affrontare una lunga malattia senza sintomi o dolore, che ha portato Birillo, quindicenne e claudicante, a ritrovare una seconda giovinezza e vivere ancora quattro anni in piena forma. Ti voglio ringraziare per avermi permesso di fare questa cosa in questo modo e in questo posto, non pare, ma anche se pratico decine di eutanasie, questa è stata molto particolare anche per me»

(alcuni giorni dopo)

Non appena l’auto di Silvia ha lasciato il cancello, ho ripassato mentalmente quanto appena ascoltato, ma in modo molto distaccato e rapido, solo per memorizzare, non avendo la testa abbastanza libera, in quel momento. Quindi, sono entrato in casa, e solo oggi torno a pensarci, mentre scrivo questo testo.

Sicuramente Silvia ha sempre avuto una forte ammirazione per mia madre, non mi riesce affatto difficile crederlo, e con molta probabilità mia madre, a sua volta, ha avuto un gran carattere ed una spiccata personalità, tali da mantenersi forte, positiva e sorridente durante la sua malattia. Effettivamente poi, Birillo non si trovava nel pieno della forma quando ha traslocato in questa casa, ed ha avuto un cambiamento evidente ed inequivocabile fin da subito. Abbiamo decine di filmati e foto che lo ritraggono mentre galoppa, con le orecchie che sventolano per aria e la lingua da un lato, con quelle sue gambe mezze storte che, a due a due appaiate, avanti e indietro, lo sospingono con forza fino a buffe derapate in curva o goffe inchiodate. Il potere della campagna, dicevamo noi, o una nuova felicità. Non so se Silvia si riferisse a questo, sono molto più solito soffermarmi sui problemi, sulle difficoltà o le preoccupazioni. Le cose belle, più frequentemente, sono gli altri a portarle alla mia attenzione, e solo allora le vedo davvero. Probabilmente capita un po’ a tutti, e non perché la si sottovaluti, ma perché spaventa un po’ constatare la felicità, per timore di intaccarla. Quindi, se lei  parlasse di fortuna, di caso, di positività, di forza, o di tutte queste cose insieme, io non lo so. So per certo che rientrando in casa l’altra sera, con Birillo addormentato per sempre, nel suo materassino, ho decisamente sentito serenità, pochissima tristezza. E che esattamente un anno prima, in uno scenario pressoché identico, ho provato la stessa serenità, e, anche allora, pochissima tristezza. Per un anno intero, ho pensato di essermi inaridito al punto da non saper provare abbastanza tristezza, da non riuscire a piangere a sufficienza. Adesso però, ripensandoci, la completa serenità con cui ho potuto accompagnare sia mia madre che Birillo, e la certezza di aver dato tutto, ricevendo ancor più di tutto, devono aver reso inutili sia pianto che tristezza. Sì, credo di aver capito. Dev’essere proprio questo, questo senso di pace, anche nel dolore, che Silvia chiama energia.

Birillo

 

Cani, Varie

Unconditional Love

1057786_10151567812638867_255738959_nMille le forme di amore, mille le sue dimensioni e sfaccettature, ciascuna unica e differente. L’amore di un cane però, è puro e assoluto come nessun altro. La piccola Hela ha risollevato l’umore dei miei genitori, soli ed annoiati, dopo la perdita di Penny. Stavo per arrendermi dal convincerli a riprovarci ed ora, se soltanto la porto via con me un paio di giorni, per loro è un dramma. Mio padre che fa conversazione con lei come fosse umana, mia madre che non se ne separa mai, ed io che ogni volta, sceso dall’auto, mi abbasso per terra a ricevere tutto il suo entusiasmo nel miglior benvenuto che si possa immaginare. Ed è così ogni giorno. A lei non importa se siamo stanchi, irritati, tristi, felici, giovani o vecchi: ogni giorno ha quintali di gioia da dispensare. Per noi è unica e speciale, ma ogni cane ha questo dono meraviglioso ed è pronto ad elargirlo a chiunque lo accolga, chiunque esso sia. Non è forse amore puro questo? Ho visto persone scettiche e poco inclini verso gli animali trasformarsi in completi “ebeti” all’arrivo di un cane in casa. Ho visto caratteri difficili e chiusi cambiare e migliorare grazie al proprio amico a quattro zampe. Ed è scienza, dimostrato quindi, che si tratta di un rapporto con soli benefici e nessuna controindicazione. Il prezzo? Un po’ di tempo e un po’ di amore da restituire. Tutto qua. E se ancora non avete mai provato questa gioia nella vostra vita, spero che possiate considerare di regalarvi un po’ felicità gratuita, un toccasana per l’anima, un supporto morale e un amico sempre disponibile.

La scelta è veramente ampia, ed è possibile davvero, ormai, incontrare le esigenze di tutti. Un cane adulto, abbandonato e triste in un canile, per la compagnia di chi è solo o depresso, il risultato è garantito. Un cucciolo euforico e pieno di brio da far crescere coi bambini, o al quale donare tutta la propria dedizione se invece di figli non se ne hanno o non se ne possono avere. Un cane anziano e schiacciato dall’inedia in una gabbia che chiede di finire il proprio tempo in un ambiente familiare e caldo. Un trovatello che appare all’improvviso e si installa nelle vostre vite. Ormai, finalmente, è possibile separarsi il minimo indispensabile dal proprio cane: molti uffici consentono l’accesso agli animali degli impiegati, quasi tutti i negozi sono tolleranti e favorevoli, così come ristoranti, luoghi di vacanza, mezzi di trasporto e alcune spiagge. Pensate che sia un impegno? Sono pronto a scommettere che sarete voi stessi a volervi “impegnare” quando vi accorgerete di cosa significa. Certo, non bisogna dimenticare che anche i cani hanno un carattere, e proprio come per i figli, è il risultato dell’educazione e dell’impegno ricevuti.

Toscana, Trekking

Parco Naturale dell’Orecchiella

dogforbidden

Cartina alla mano, pic-nic nella mente ed Hela al guinzaglio, Nicola ed io partiamo per visitare il Parco dell’Orecchiella, in Garfagnana. Il web ne tesse le lodi per la meravigliosa varietà faunistica, per la flora rigogliosa, per l’accessibilità ai disabili e gli innumerevoli sentieri da trekking di vario livello.  La segnaletica, invece, praticamente  lo ignora provenendo dal casello di Lucca Est, poi finalmente compare un imponente cartello marrone su una moderna rotatoria presso Castelnuovo in Garfagnana  ed infine… più nulla! Poco male, ho le idee molto chiare e l’orientamento abbastanza allenato: ci arriviamo in poco più di due ore da casa (Prato) coi nostri panini, le scarpe da trekking e quanto occorre per un sano relax da venticinque Aprile. Respiri profondi ed abitudine al peggio mi permettono di comportarmi in modo quasi contenuto quando, presso il centro visitatori, scopriamo che i cani non sono ammessi.

Non sono ammessi nei prati, nelle aiuole, nei recinti per famiglie, nei sentieri, nei boschi in genere, praticamente… nel parco! La motivazione è surreale: “i cani disturbano la fauna locale”. Immaginando che Lupi ed Orsi Bruni non arrechino alcun disturbo agli allegri cerbiatti disneyani ed alle danzanti moffette, mi sono guardato un attimo attorno ed ho pensato: che animali moderni! si alterano con un cane al guinzaglio e se ne infischiano di sguinzagliate orde di mocciosi urlanti con le loro pistole giocattolo, palloni ed ultrasuoni cosmici verso madri imbevute di cafoneria! Soluzione? Contare fino a dieci, girare i tacchi ed andarsene.

Aggiungo solo che la definizione di “Parco Naturale” mi pare quantomeno ridicola visto il triste zoo di animali in gabbia imprigionati a godimento delle famiglie paganti.

Cina, Web

Cantigre e Canpanda

E’ la nuova moda cinese: dipingere i propri cani come rari animali esotici. Nel paese della seta nessuno si cura di fermare l’estinzione della tigre asiatica e del panda gigante, molto più semplice crearne di finti.