Cinema

Lo chiamavano Jeeg Robot

img_0369I supereroi? Naaaa, non fanno per me. Non sono un grande amante delle trasposizioni cinematografiche dei più noti eroi salva-gente dei fumetti figuriamoci di quelli noti solo ai più attenti lettori Marvel & Co. Invece, questo supereroe, questo Jeeg impostore e improvvisato in una Roma dilaniata dallo spaccio e dalla corruzione, supera qualsiasi documentario, qualsiasi cine-mazzata, qualsiasi saggio o epopea sul tema Bene-Male/Gusto-Sbagliato mai trasmessi finora. Non credo esistano pellicole del genere realizzate in italia ad oggi. Non ha confronto.

Regia e colori pazzeschi, Santamaria prefetto per il ruolo, Ienia Pastorelli meravigliosa rivelazione, musiche e scenografie da cinema esportabile ovunque. Trama e soggetto godibili e narrazione fluida, grande carico di figure retoriche e di morale. Pausa.

Pausa.

Ecco, ora parliamo di Luca Marinelli, che interpreta il cattivo Zingaro. No vabbé, qualcosa di spettacolare. Mettetegli in mano Leone,  Orso, Palma, David e Oscar subito.  È sconvolgente. Sconvolgente!

Correte al cinema ora, subito!

Teatro

Occidente Solitario

20130120-155555.jpgDue ore di tortura, una sensazione di profondo fastidio e prurito, la testa che cade per il sonno e la noia che si impossessa del mio corpo incastonato in una poltrona terribilmente scomoda e soffocata fra innumerevoli altre, impedendomi la fuga. Occidente Solitario si classifica come la peggior rappresentazione alla quale abbia mai assistito. Un testo fastidioso, noioso, vuoto e tirato all’estremo. I due personaggi principali si offendono reciprocamente per tutta la durata dell’opera, causando in maniera inspiegabile qualche risata fra il pubblico che riesco a motivare solo come nervi in procinto di cedere. Il dialogo è infinito e petulante, i due non catturano e non convincono, non interessano e non aspirano ad alcuna morale. Due fratelli irlandesi inspiegabilmente parlanti una calcata accento romanesca interpretati da uno spento e poco comprensibile Santamaria ed un Nigro mono tonalità che pronuncia ciascuna delle innumerevoli e già inutili battute con la medesima inflessione e tonalità, riuscendo a far rimpiangere i maestri della stitichezza rappresentativa: Aldo Giovanni e Giacomo. La mazzata decisiva arriva col dialogo notturno fra i due comprimari, il prete e la ragazzina zoccola, che rischiano coraggiosamente l’invettiva pubblica alla quale sfuggono solo grazie ad un pubblico ormai già in catalessi. Inguardabile.