Come dimostrato da Margherita Hack, Rita Levi Montalcini e Piero Angela, anche Paolo Poli è la prova vivente che grande cultura ed un cervello allenato regalano una terza età incredibilmente brillante e sana. Ed ecco l’ottantaduenne attore fiorentino di nuovo in tournée, eclettico, pungente, ironico e divertente. Il pubblico ammirato gli perdona anche le canzoni per la prima volta pre-registrate; in sala è il tutto esaurito e davanti ad una scenografia minimalista e statica Paolo si diverte a raccontarci alcune delle favole che Carlo Collodi ha importato e tradotto per noi, spesso note solo grazie agli stravolgimenti Disneyani. Sette ballerini con maschera in volto si avvicendano sul palco da La Bella e La Bestia a Pollicino, dall’Elefantino Babar a La Bella Addormentata nel Bosco passando per Romeo e Giulietta. C’è qualcosa nella voce, anzi nelle voci di Paolo Poli, che mi commuove, che mi suona come un dejà-vu uditivo e accende colori e immagini della mia infanzia, quando per la prima volta all’età di sei anni la mamma mi lasciò uscire da solo e seguire il marciapiedi fino all’edicola per andare comprare “I Racconta Storie” fra le cui voci narranti c’era appunto la sua, inconfondibile. Una serata piacevole che si conclude in un’esplosione di risate quando alla Favole si aggiungono alcune filastrocche ambigue e colorite.
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Nessuno mi può giudicare
La qualità delle produzioni italiane sembra essere in continua crescita. Lo prova questa esilarante commedia pressochè perfetta che conferma, qualora fosse necessario, che non occorre un budget elevato o una promozione assillante per costruire un prodotto di successo. Paola Cortellesi, inutile dirlo, è senza dubbio una delle attrici più versatili e talentuose del panorama attuale, non riesco ad immaginare nessun’altra nel ruolo della escort Torbida Morena, costretta alla redditizia e immorale professione dai debiti ereditati dal marito. La trama ha del “già visto” e pur essendo molto prevedibile si articola su un numero così elevato e così ricco di battute divertenti che vorresti non finisse mai. Ci sono almeno quattro “stop alla risata”, momenti sapientemente collocati durante i quali si è costretti a stringere i denti e riflettere, avvertendo a pieno l’amarezza ed il cinismo di un tema quanto mai attuale. Raoul Bova riesce perfino a recitare, finalmente, e appare quasi naturale e disinvolto, facendo dimenticare il pietoso ruolo interpretato ne “La Finestra di Fronte”. A condire il tutto, un cast stellare di volti amati e apprezzati: Lucia Ocone, Rocco Papaleo, Caterina Guzzanti, Lillo, e un buffo Fausto Leali. Si condivide col pubblico un’ora e mezza di risate e si esce dalla sala soddisfatti ma al contempo carichi di spunti di riflessione. Fra le sorprese, un Massimiliano Bruno che esordisce al meglio alla regia e si regala un cameo ad inizio film.