Che lo si apprezzi o meno, nel panorama musicale degli ultimi vent’anni Robbie Williams è stato un leader, un personaggio multiforme, talvolta dannato e talvolta osannato, caduto in basso e sempre risalito, a volte volgare, diretto, violento ma sempre pronto a pagare le spese dei suoi, inutile negarlo, vari errori personali. Nessun errore musicale però, secondo me, mi piacce ogni suo album e conosco ogni brano, se esce un disco di Robbie non esito a correre a comprarlo, so già che mi piacerà e mai sono stato deluso, soprattutto da Rudebox, così distrutto dalla critica e invece così ricco alle mie orecchie. Ed ora arriva Shame. Un brano commovente, un video estremamente semplice ma ricco di significato. Un Gary Barlow vistosamente invecchiato lo accompagna in questa “posa della pietra sul passato”, nel riavvicinamento dopo quindici anni di muro che però, dall’esterno, sembra davvero il broncio di un bimbo offeso per una stupidaggine. Che sia una tattica di mercato o una manovra discografica non importa. Mi piace vedere in questo video e in questo brano l’amicizia fra due persone mature che non vogliono sprecare la vita a rimuginare su vecchi rancori ed hanno voglia di ritrovare il buono di certi rapporti. Bravi.