L’animazione Giapponese rimarrà per sempre una forma d’arte inimitabile. Ci hanno provato gli americani che, prima del digitale e dell’animazione computerizzata perfettamente riuscita ma priva di anima dei film Pixar, sono riusciti soltanto a produrre personaggi a due dimensioni, piatti e vuoti, incapaci di mostrare espressioni credibili. Ne sono prova i Simpson, la cui grafica è elementare e sciatta, o i volgari e pessimi personaggi di South Park, a mio avviso inguardabili. Dal Giappone arrivano capolavori da oltre cinquant’anni. La maestrìa dei disegnatori, l’importanza degli sfondi, la profondità delle ombre sono impareggiabili. Questo film, incomprensibilmente non distribuito nelle sale, ha una trama importante. Si parla di emarginazione sociale, di sentimenti, di povertà e ricchezza interiore. Pochi minuti e si dimentica di stare guardando un film d’animazione: gli edifici di Tokyo sono impressionanti, le scene così definite e realistiche che lasciano a bocca aperta. Mi ha fatto venire una gran voglia di andare in Giappone, sono anni che rimando ma adesso che i voli sono scesi a livelli accessibili, non posso aspettare oltre.