Arrivo tardi, lo so, ma questo album meritava un posto nel quaderno dei ricordi digitale perché ha davvero saputo emozionarmi, sebbene lo abbia scoperto a quasi due anni dalla pubblicazione. Ascolto musica ogni volta che ne ho la possibilità, naturalmente anche in auto dove tuttavia il suono del mio impianto di quart’ordine non riesce a rendere giustizia al suono degli artisti più raffinati e questo album, ascoltato nel letto con un paio di auricolari di qualità, è avvolgente più di qualsiasi piumone.
La traccia che preferisco è The Wheel, con quel campionamento iniziale, singhiozzato ed a un passo dall’essere fastidioso ma che non è altro che un ingranaggio della ruota del titolo, che si avvia a fatica. La segue Artifice, forse a più radiofonica e meglio conosciuta, e ancora Bloodflows, dall’incipit che setta immediatamente il mood sulla rassegnata malinconia del testo, affatto patetico, e ancora Tremors, la title track, a chiudere in bellezza. A me l’intero album fa viaggiare, visualizzo immagini di paesaggi sconfinati e inviolati dove rifugiarsi a riflettere. Complessivamente sono appena 41 minuti di musica che vi consiglio di investire in queste gelide sere d’inverno, per lasciarvi avvolgere da un caldo e mistico vapore sonoro, come quello della cover art.
Tracklist:
1. | “Tempest” | 3:30 |
2. | “The Wheel” | 3:53 |
3. | “Artifice” | 3:17 |
4. | “Bloodflows” | 4:21 |
5. | “Ransom Notes” | 4:25 |
6. | “Paralysed” | 2:53 |
7. | “Fool” | 3:36 |
8. | “Lights” | 4:29 |
9. | “Veto” | 3:55 |
10. | “Lessons” | 3:21 |
11. | “Tremors” | 3:29 |
Vado immantinente su Spotify! 😉
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